Regia di Michelangelo Antonioni vedi scheda film
Questo film di Antonioni poteva rimanere un film scritto, come ne aveva scritti tanti altri e mai realizzati, il film era stato annunciato più volte, anche durante la collaborazione con Monica Vitti, ma non era mai riuscito a portare il progetto in porto. Qui il regista, in collaborazione con Gerard Brach e l’intervento di Tonino Guerra, scrive la sceneggiatura, un film malgrado tutto forse un po’ invecchiato sia nell’argomento che nella visione di oggi; la donna trovata, che sfugge dietro minacce e in via reale, come la scena più emblematica della nebbia, forse la migliore del film anche grazie alla direzione della fotografia del fidato Carlo De Palma alla sua ultima collaborazione con Antonioni, che poi andrà con Allen. Il film nella tematica ci ricorda in parte L’Avventura, almeno proprio nella scena della nebbia, ma il resto non riesce a giustificare bene l’operazione e l’ottica del regista che è ben dispersa come la nebbia della che è la scena clou. L’argomento della donna, che viene trovata casualmente e che la si candida alla a donna della vita, pur nell’ambito di uno sfuggire continuo, non è reso bene; l’ispirazione perde i colpi necessari ed il ristringimento dell’argomento nel lesbismo, che acutisce ancora di più il limite della storia e del senso del film. La figura della seconda donna poi è ancora più approssimativa della prima e molto meno significativa; l’argomento finale sul tema fantascientifico sarebbe bene inserito, se nell’insieme si fosse tenuto conto di preparare il film a questo tipo di scelta. L’argomento farà parte poi di un’altra storia scritta dal regista e mai realizzata, anche arrivata sul filo del traguardo, ma poi saltata a cast completato; operazione spinta dalla moglie assillante, che portava il povero regista in numerose manifestazioni e cercando in mille modi, attraverso l’ala di notorietà che Antonioni giustamente aveva del suo grande passato, di sfruttarlo in modo davvero indegno.
una storia rovinata
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