Regia di Henri Verneuil vedi scheda film
Buona prova di Yves Montand in un film di fantapolitica ispirato all'assassinio di John F. Kennedy.
Gradevole anche se un po’ ingenuo film di fantapolitica, realizzato da Henri Verneuil, regista che, nella sua lunga carriera, ha alternato alcune buone prove ad esiti più discutibili, potendo tuttavia contare puntualmente sulla partecipazione di grandissimi attori della sua epoca, da Fernandel a Jean Gabin, passando per Lino Ventura, Jean-Paul Belmondo, Claudia Cardinale e Virna Lisi, Omar Sharif e Yul Brynner... L’elenco è lunghissimo e, in alcuni casi si è trattato di purtroppo di semplici operazioni commerciali.
Qui, è la volta di Yves Montand, alle prese con la figura di un procuratore integerrimo deciso a far luce sull’assassinio di un immaginario Presidente di una repubblica allusivamente simile agli Stati Uniti. L’attentato rimanda volutamente a quello di Dallas nel 1963. Indagini deviate, morti a catena tra i testimoni, ruolo determinante dei servizi segreti. Il procuratore, come l’Icaro del titolo e del mito, finisce con il bruciarsi le ali per essersi avvicinato troppo al sole, metafora della verità.
Il tema non è dei più originali, ma gli sviluppi sono ben costruiti e la vicenda si segue con interesse. Merito innanzi tutto di Yves Montand, protagonista assoluto, praticamente senza interlocutori, ma perfettamente calato nel ruolo. Il personaggio deve essergli piaciuto, probabilmente per la serietà e la solitudine che lo caratterizzano e gli consentono di dare sfogo alla sua abilità di uomo tutto d’un pezzo e autorevole, che sa padroneggiare la scena per l’intera durata della pellicola.
Molto buona, anche se limitata a pochi momenti, la colonna sonora di Ennio Morricone. Come quasi sempre, una garanzia...
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