Regia di Cinzia Th. Torrini vedi scheda film
Marco parte alla volta della Colombia per recuperare il corpo del fratello, morto là. Una volta arrivato in Sudamerica, però, scopre che in realtà il fratello non è affatto morto. Tuttavia è scomparso, percui a Marco gli rimane che mettersi sulle sue tracce.
Questo Hotel Colonial, seconda regia in lungometraggio per Cinzia Th Torrini, è una sorta di film di Salvatores ante litteram: malinconia e viaggio esotico alla ricerca di sé stessi si intrecciano in una trama nella quale la svolta leggera è sempre dietro l’angolo, ma pare non arrivare mai. Ed è forse questa la forza principale della sceneggiatura, firmata dalla stessa regista, da Enzo Monteleone, da Robert Katz e da Ira R. Barmak, e che per il resto al di là delle atmosfere di fondo non condivide molto con i futuri Puerto Escondido (1992) o Mediterraneo (1991) più di quanto possa ricordare – per lo meno all’inizio della storia – Riusciranno i nostri eroi a ritrovare l’amico misteriosamente scomparso in Africa (1968) di Ettore Scola. Se la narrazione sembra sufficientemente lineare e la messa in scena indubbiamente funziona (collaboratori tecnici eccellenti: fotografia Giuseppe Rotunno, montaggio Nino Baragli, musiche Pino Donaggio), lo stesso non si può dire della recitazione, qua e là traballante anche per via di un cast che annovera un solo ‘effetto speciale’, vale a dire Massimo Troisi, in un ruolo marginale ed effettivamente fuori parte; i nomi principali sono invece quelli di John Savage, Robert Duvall, Rachel Ward e Anna Galiena. Successivamente la regista troverà la sua dimensione nella tv, girando una lunga serie di film per il piccolo schermo. 4/10.
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