Regia di Mario Zampi vedi scheda film
Disavventure in Italia di un rigido funzionario del Partito Comunista russo, che si scontra con la cultura, la lingua e le abitudini bizzarre del Belpaese. L'incontro con una bella ragazza gli farà naturalmente cambiare idea.
Già dal titolo oggettivamente banale, Ho scelto l'amore è un'operina di scarsi argomenti, stereotipata e prevedibile, eppure dai sufficienti mezzi e con un cast tutt'altro che disprezzabile. Il copione è scritto addosso al protagonista, uno scatenato Renato Rascel, che viene affiancato sullo schermo da Marisa Pavan, Tina Lattanzi, Eduardo Passarelli, Ave Ninchi e, in parti minori, anche Paolo Panelli e Nino Manfredi. Il personaggio del funzionario russo, comunista fino al midollo e dalla parlata sgrammaticata, è francamente risibile anche per il 1952 in cui il film esce; la sceneggiatura non offre d'altronde grandi colpi di originalità ed è firmata da uno squadrone comprendente Vittorio Calvino (anche autore del soggetto), Mario Zampi (il regista), il già citato Rascel, Giorgio Prosperi e Achille Campanile (!). L'assenza della ludica – giocosa, precisamente – follia di quest'ultimo può aver fatto la differenza in negativo, dato che in buona sostanza la storia si discosta ben poco da quella di una sorta di sketch televisivo lungo e dall'adeguato budget. Mario Zampi, regista italo-inglese, è stato un valido realizzatore di commedie che ha principalmente lavorato nel Regno Unito; identico percorso geografico fece la carriera del fratello Giulio, montatore anche di questa pellicola. 3,5/10.
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