Regia di Paolo Bianchini vedi scheda film
Hipnos, follia di un massacro è il secondo film di Bianchini, che nel corso di tutta la sua carriera non riuscirà mai ad approdare alla 'serie A', rimanendo sempre confinato nel 'genere' (i suoi massimi successi saranno alcune scialbe produzioni tv negli anni Duemila). Qui il genere è a cavallo fra fantascienza e thriller, ovvero due filoni piuttosto popolari all'epoca, il primo dei quali era già nell'aria da qualche anno - mentre il secondo tornerà in voga nel periodo subito successivo. Nonostante il cast dallo scarso appeal (Ken Wood / Giovanni Cianfriglia non è esattamente quel che si può definire un protagonista di richiamo; in ruoli marginali ci sono invece Fernando Sancho, Robert Woods e Rada Rassimov) e nonostante anche il budget molto modesto, di Hipnos funziona una cosa in particolare - e molto bene: la storia, che procede a ritmo serrato, coinvolgente, e contiene pure un tentativo (magari troppo esplicito/didascalico) di critica al potere alienante e coercitivo del mezzo televisivo. La sceneggiatura è opera di Max Corot e Paul Maxwell, due pseudonimi: se il secondo è il regista (che infatti così si firma anche in tale ruolo), del primo è difficile risalire all'identità reale; ottimi i collaboratori tecnici: musiche apprezzabilissime di Carlo Savina, fotografia debitamente cupa di Erico Manczer. Ma una buona dose di biasimo va spesa per certi eccessi di protagonismo registico: camera in continuo movimento, inquadrature sbilenche, fuoco/fuori fuoco ostentato e superfluo, e via dicendo. 4/10.
Una serie di delitti irrisolti e inspiegabili si propaga di giovedì in giovedì; ad accomunare gli omicidi è lo stato di trance degli esecutori, trance indotta da un ipnotizzare attraverso lo schermo televisivo.
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