Regia di Paolo Pietrangeli vedi scheda film
Quanta sostanza (e quanta presunzione che il pubblico medio possa riceverla con interesse), tutta verbale (spesso cantata), ben poca nelle immagini. Il classico film dove i personaggi sono funzionali alle idee che rappresentano, finendo per divenire didascalie animate. Eccessivi i momenti musicali, sempre fondamentali nella comprensione del lavoro, ma francamente troppi. In un aggettivo, noiosissimo. Persino Benigni (che compare pochissimo) e la Melato risultano sprecati.
L'inquietudine di un cantautore politico superimpegnato, vista attraverso i suoi rapporti con le donne, con gli amici, con i compagni, con altri musicisti, con la musica stessa.
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