Regia di Mino Loy vedi scheda film
Indossa una tutina con i colori sociali della Cremonese e, fondamentalmente, non ha più superpoteri di quanti ne avessero Gustavo Dezotti o Andrea Tentoni nel campionato 1993-94. Si tratta di Flashman, creatura di stampo fumettistico, ma estrazione 'letteraria', parto della fantasia del solo Ernesto Gastaldi: nulla a che vedere quindi con i vari Diabolik, Kriminal e via dicendo che in quegli anni spopolavano in edicola e diedero vita a un'abbastanza nutrita serie di pellicole ispirate alle loro gesta. Che i mezzi siano davvero poveri si nota già dal costume e dalle azioni di Flashman: non vola, non spacca i muri con un pugno, non sa correre più veloce della luce, ma soprattutto il pover/superuomo ha addosso quella ridicola calzamaglia grigiorossa con tanto di mascherina di carta stagnola. Per di più a interpretare il protagonista è chiamato tale Paolo Gozlino, una carriera trascorsa a recitare in ruoli di secondo o terzo piano in produzioni di serie C; la sua grande occasione è probabilmente questa, ma per quanto Gozlino ce la metta tutta, davvero poco può fare in un contesto tanto misero di idee e di mezzi; l'unico nome vagamente noto nel cast è quello del cattivo, cioè Ivano Staccioli; le musiche di Franco Tamponi - sempre twisteggianti e allegrotte - rappresentano poi il fiore all'occhiello di una pellicola che, per scelta, vuole incassare in maniera modesta e subito, conscia di essere già vecchia, se non sei mesi dopo la sua uscita, anche subito. Mino Loy si associa a Luciano Martino in fase produttiva, ma per la comprensibile vergogna decide di firmare la regia come J. Lee Donan. 1,5/10.
La formula dell'invisibilità è stata rubata: l'impavido Flashman si occupa di recuperarla, andando a sgominare i criminali fino in Medio oriente.
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