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The Hot Spot. Il posto caldo

Regia di Dennis Hopper vedi scheda film

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La recensione su The Hot Spot. Il posto caldo

di Donapinto
8 stelle

Harry Madox (Don Johnson) e' un solitario e misterioso individuo che giunge in una cittadina del Texas. Viene subito assunto come venditore di auto dall'anziano proprietario di un'autosalone. Qui si innamora ricambiato di Gloria (Jennifer Connely), la giovane e bellissima impiegata dell'autosalone che da tempo viene ricattata da un losco abitante del luogo. Ma Madox non si accontenta e contemporaneamente inizia anche una torbidissima relazione con Dolly (Virginia Madsen), la trascurata e annoiata moglie del suo datore di lavoro, tanto bella e seducente, quanto cinica e pericolosa.                                                                                 Dennis Hopper e' stata una delle personalita' piu' controverse e anticonformiste di Hollywood. Prese parte insieme a Peter Fonda al rinnovamento del cinema americano nella seconda meta' degli anni 60' interpretando IL SERPENTE DI FUOCO e il film manifesto di un'epoca EASY RIDER, di cui curo' anche la regia. 5 matrimoni, di cui il secondo duro' solo 8 giorni, per poi cadere negli anni 70' in una spirale di alcool e droga che gli costo' quasi la vita. Torno' alla ribalta grazie a VELLUTO BLU di David Lynch del 1986 dove interpreta un gangster pervertito. Da qui una rinascita che lo porto' a dirigere questo THE HOT SPOT, tratto dal romanzo L'INFERNO NON HA FRETTA di Charles Williams, scrittore di gialli e noir degli anni 50/60. Non conosco il romanzo, tantomeno l'autore, ma la pellicola di Hopper sembra uscita dalla penna di un romanzo Pulp di Jim Thompson. Ci sono tutti quegli ingredienti tipici di quei noir "trasgressivi" con il binomio sesso/violenza che caratterizzava quelle opere degli anni 50: l'antieroe ambiguo e seducente, il personaggio femminile fragile e romantico, la dark lady spietata, ricattatori e doppiogiochisti, la sabbia del deserto e il sole cocente, e naturalmente sangue ed erotismo, il tutto con un'ambientazione contemporanea e condito, a mio parere, con una discreta dose di parodia, che si puo' anche constatare da certi dialoghi. Qualcuno nei commenti ha parlato di stereotipi e luoghi comuni, giustissimo, ma il tutto e' assemblato e amalgamato alla perfezione, tanto da farne, non un capolavoro intendiamoci, ma un piccolo cult, che venne pero' sbrigativamente e immeritatamente archiviato. I meriti dell'operazione vanno, oltre che alla regia di Hopper, agli interpreti. Don Johnson non e' mai stato un grande attore, ma qui e' atletico, fascinoso e virile quanto basta. La ventenne Jennifer Connely e' splendida, forse ancora un po' acerba, ma molto intensa. Ma la migliore e' senza dubbio la Madsen, che con un appropriato look alla Marylin Monroe, caratterizza con forte ironia una femme fatal oca e farlocca, spregiudicata e ninfomane, ma al contempo spietata e senza scrupoli, ruolo che ricorda parzialmente la sua partecipazione di tre anni prima al noir SLAMDANCE-IL DELITTO DI MEZZANOTTE di Wayne Wang. A concludere in bellezza, le avvolgenti musiche jazz e blues di due giganti: Miles Davis e John Lee Hooker, colonna sonora di cui riusci' ad entrare in possesso la bellezza di 23 anni fa, quando nella mia zona esistevano ancora negozi musicali. Nonostante l'insuccesso della pellicola, due anni dopo venne girato da John Dahl RED ROCK WEST, una piccola produzione indipendente molto affine a quella di Hopper, interpretata da Nicolas Cage e guarda caso proprio da Dennis Hopper, che veste i panni di un killer psicopatico.

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