Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Ennesimo esempio di un regista ed attore completo, che nella sua lunga carriera ha interpretato e diretto ogni genere di film, e che qui ha le fattezze di un cantante sregolato che saprà tuttavia regalare un ricordo indelebile a tutti quelli che lo accompagneranno verso il suo ultimo viaggio
La carriera di Clint Eastwood è stata tanto lunga ed eccezionale che vi si possono trovare svariati generi, dal poliziesco cupo al western metafisico, dal dramma esistenziale alla commedia agrodolce. In questo mare magnum non poteva mancare anche un appassionato ritratto dell'America post-depressione economica degli anni '30, sfondo ideale per un personaggio borderline troppo dedito all'alcool, cantante semifallito ed al tempo stesso sull'orlo del precipizio per via di una tubercolosi all'ultimo stadio. Il grande Clint dirige ed interpreta un "perdente di successo", che nonostante le avversità vive con apparente leggerezza tutto ciò che gli capita durante un ultimo viaggio verso la mitica Nashville dove dovrebbe esibirsi. E per farlo si porta appresso, nel più classico dei road-movie, un vecchio più morto che vivo ed un ragazzo (il figlio Kyle Eastwood, qui al debutto) che sarà la sua ancora di salvezza in più di un'occasione. Un film che non raggiunge le vette di altre pellicole di Eastwood ma che comunque riesce a dare un valido ritratto sia dell'America del periodo che di un personaggio a cavallo tra perdizione ed autodistruzione, di quelli che al buon Clint (qui anche autore ed esecutore delle musiche) sono sempre piaciuti.
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