Regia di Luciano Salce vedi scheda film
Sul finire del sedicesimo secolo il pittore El Greco si trasferisce a Toledo, in Spagna, dove continua a creare e a mettersi nei guai: si innamora di una nobildonna, viene sfidato a duello e perde, ma sopravvive, e finisce fra le maglie dell’Inquisizione, accusato di eresia.
Cosa c’entra Luciano Salce con questa pellicola? Probabilmente, è vero, nulla; ma il regista (e attore) di tante commedie nostrane nel 1966 si butta in questa impresa di respiro internazionale, mettendo in scena una vivace illustrazione della parte finale della vita del pittore El Greco e, va riconosciuto, compie un lavoro assolutamente piacevole. Non particolarmente solido dal punto di vista del ritmo, non tanto convincente nelle scelte narrative (la sceneggiatura è dell’inglese Guy Elmes), spesso eccessivamente romanzate, ma di sicuro si tratta di un film realizzato con mestiere e dal budget palesemente robusto; la visione pertanto è leggera e, al di là della forma, i contenuti sono degni di nota giacché di El Greco, importante personalità artistica, nessun cineasta si era mai occupato prima e dovranno passare altri quattro decenni prima che qualcun altro decida di farlo (Yannis Smaragdis con El Greco, appunto, nel 2007). Il cast è notevole e se il lavoro funziona è anche merito dei buoni interpreti in parti adeguate: Mel Ferrer, Rosanna Schiaffino, Franco Giacobini, Angel Aranda, Nino Crisman, Giulio Donnini, Gabriella Giorgelli, Franco Fantasia e, in ruoli minori, anche Adolfo Celi e Fernando Rey. La coproduzione è italo-franco-spagnola e lo sfoggio di collaboratori tecnici eccellenti è altrettanto impressionante: la colonna sonora è di Ennio Morricone, la scenografie sono di Dante Ferretti, il montaggio è di Nino Baragli e la fotografia di Leonida Barboni. 5/10.
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