Regia di Blake Edwards vedi scheda film
A cavallo fra un Chaplin malizioso ed un Jerry Lewis meno demente e più intrigante, il personaggio che Sellers maneggia con scarsa verve è difficile ad essere preso in simpatia. Ingenuo e pasticcione nel senso più patetico del termine, le gag sono lentissime, quasi sempre prevedibili e talvolta da latte alle ginocchia. Quel poco che si salva va sull'estremo demenziale: il pollo lanciato in testa alla signora che mangia tranquilla, le prime tre volte che il cameriere ubriaco entra in scena - dopodichè diventa inevitabilmente insopportabile; deludono invece i testi, le battute, davvero insignificanti. E la sceneggiatura tirata fuori un po' a casaccio giorno per giorno non è certo divina: per un'ora e venti si va avanti stanchi, poi un quarto d'ora di incommensurabile delirio finale (da notare peraltro come per un'ora e venti minuti tutti ignorino o sopportino blandamente Sellers, poi all'improvviso simpatizzino tutti per lui senza un perchè e si lascino coinvolgere nella devastazione della villa). In buona sostanza, se tutta la pellicola avesse il ritmo e l'inventiva dell'ultimo quarto d'ora sarebbe non un capolavoro, ma un bel film.
Un indiano pasticcione si aggira in un party nella villa di un produttore di Hollywood, combinando disastri.
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