Regia di Joseph Warren (Giuseppe Vari) vedi scheda film
Western piuttosto povero con cui Giuseppe Vari debutta nel genere. Sceneggiato, tra gli altri, niente meno da Sergio Garrone (futuro regista di western gotici), "Deguejo" non ripercorre i sentieri tracciati da Leone (quelli dello straniero senza nome a caccia di taglie), né è impregnato da quella malinconia tipica dei film di Marchent, ma opta per una soluzione di compromesso tra l'emergente western all'italiana e quello d'oltreoceano.
Ancora una volta è un tesoro a fungere da elemento attorno al quale ruota la vicenda. Una banda di messicani, dal look tipicamente spaghetti, rapisce tutti gli uomini di un piccolo paese e un ex colonnello sudista che sarebbe a conoscenza di un cospicuo tesoro, con lo scopo di torturarli e mettere le mani sul malloppo. Vari non mostra le torture e non spinge sul pedale della violenza come invece avrebbero fatto suoi altri colleghi. Sceglie di dar vita a una storia dal ritmo molto lento, a tratti noioso, che non cattura l'attenzione degli spettatori complici dei dialoghi che non si distinguono mai dalla media e che non hanno nulla dell'ironia macabra degli spaghetti western. Solo verso la fine, quando uno dei protagonisti libera il vecchio colonnello, il film inizia a piacere, con un epilogo di tutto rispetto infarcito di spariatore ed esplosioni. Qui Vari offre delle sequenze memorabili (gli uomini feriti che, in campo lunghissimo, barcollano come zombi verso le loro donne per essere trucidati dai messicani che li sparano alle spalle) e propone un paese semi-deserto in cui le donne si armano di fucili e pistole, attendendo i messicani pronte a dare battaglia (scena davvero interessante e innovativa). Non mancano neppure una serie di colpi di scena finali anche se alcuni sono abbastanza prevedibili. Le interpretazioni sono fiacche, l'unico a convinvere veramente è Dan Vadis che, nei panni del cattivo di turno, surclassa nettamente tutti gli altri attori (a partire dal granitico Giacomo Rossi Stuart). A parte il personaggio del capo banda messicano, caratterizzato in modo stereotipato (è il solito bastardo che non vuol dividere i soldi con nessuno e che non si perita di sparare contro donne e bambini), si stenta a capire chi sia il protagonista della vicenda. Abbiamo infatti una lunga serie di personaggi che si contendono il ruolo principale senza però riuscire a brillare a dovere, a causa delle prove opache degli attori ma anche di caratterizzazioni fiacche (ci sono il simpatico ubriacone che si lamenta quando beve l'acqua, l'agente dei servizi segreti che agisce in incognito, il pistolero che vuol vendicare il padre, la donna del bandito di turno che si è ribellata alle follie del proprio uomo e la donna avara a caccia di denaro). La fotografia, sebbene sia stata definita da molti qualitativa, è a mio avviso mediocre (specie nelle scene notturne che sono state girate di giorno e non sono state neppure scurite da filtri adeguati all'occasione). Brutta la colonna sonora che strizza l'occhiolino ai classici sound hollywoodiani. Nel complesso un western che aggiunge poco di nuovo e che vale la visione solo per gli ultimi venti minuti. Voto: 5.5
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