Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Uno di quei gialli in cui la prima parte piuttosto lenta serve unicamente a preparare il terreno ad un bel susseguirsi di colpi di scena conclusivi. Questo è comunque tra i più interessanti, grazie ad un'ultima mezzora decisamente buona, in cui è veramente difficile distinguere le vittime dai carnefici, e all'abilità di Lenzi nel rendere non troppo noiosa quella prima ora in cui apparentemente non accade nulla. L'analisi del matrimonio in crisi funziona, la storia d'amore (si fa per dire...) tra i due protagonisti è meno melensa del solito, il ritratto di borghesia annoiata e un pò viziosa non guasta mai, e il tutto è adeguatamente immortalato da una stupenda fotografia di Guglielmo Mancori. Preziosi i contributi di Horst Frank (il persecutore) e Dario Michaelis (il commissario); Beryl Cunningham funge da pretesto per uno spogliarello gratuito. Può non piacere, ma il thriller italiano anni '60 era questo. Poi sulla scena irromperà Dario Argento e sarà tutta un'altra storia.
Di Riz Ortolani, che la riproporrà quasi interamente nel successivo SETTE ORCHIDEE MACCHIATE DI ROSSO.
Voto:7-
Ha il merito (condiviso con gli sceneggiatori) di rendere abbastanza interessante una storia in cui sangue e delitti latitano.
Il titolo spiega tutto...
Bravo attore come sempre.
Cresce alla distanza dopo un inizio non troppo convinto.
Rimane abbastanza ai margini.
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