Regia di Carlo Ludovico Bragaglia vedi scheda film
La bella Semiramide viene fatta schiava da Assur, perfido tiranno di Babilonia. Amal, suo fidanzato, corre a liberarla e fra mille disavventure riesce anche a far destituire il despota.
Di buono c'è il cast, sia quello artistico che quello tecnico; per il resto è difficile distinguere La cortigiana di Babilonia dai mille prodotti e prodottini coevi che rimaneggiavano antiche storie/leggende in chiave avventurosa e sentimentale per sfornare raffiche di pellicole a basso costo e alto tasso di intrattenimento. La coproduzione fra Italia e Francia mette a disposizione un budget sicuramente dignitoso, per gli standard del filone almeno, che prevede l'inserimento di interpreti internazionali nei ruoli centrali (Ricardo Montalban, Rhonda Fleming, ma anche Tamara Lees) e accanto a loro uno stuolo di caratteristi di provenienza teatrale del calibro di Roldano Lupi, Carlo Ninchi, Achille Majeroni, Furio Meniconi e Leonardo Bragaglia, figlio di Alberto (fratello del regista). Carlo Ludovico Bragaglia viveva in quel periodo anni di superlavoro, portando avanti una carriera interamente dedita al cinema popolare, ma di fascia media, non meramente alimentare insomma; qui si occupa anche della sceneggiatura insieme a Ennio De Concini, Sandro Continenza e Giuseppe Mangione. Gli ultimi due appongono inoltre le loro firme sul soggetto, con quelle di Nicola Manzari e Maria Bory. Fotografia: Gabor Pogany; montaggio: Roberto Cinquini; musiche: Renzo Rossellini; la confezione è sobria, ma la materia narrativa è molto, molto modesta. 3/10.
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