Regia di Franco Prosperi vedi scheda film
IL CINEMA AI TEMPI DELLA QUARANTENA
L'atletico e tenace commissario Verrazzano viene contattato da una avvenente gallerista (Janet Agren), che vuole coinvolgerlo per chiarire il mistero della morte violenta del fratello, degli inquirenti troppo facilmente catalogato come suicidio.
Il commissario finisce per seguire una pista che lo collega con i centri scommesse, peraltro luoghi da lui assiduamente frequentati come cliente, suscitando una certa irritazione da parte del titolare dell'organizzazione, il famigerato Barone.
A farne le spese, saranno inizialmente gli individui più vicini al commissario stesso, dal suo gatto nero, alla fidanzata Rosy (la seducente Luciana Paluzzi), al suo collaboratore Civetta, vittime innocenti di una intimidazione che metterà fuori gioco il poliziotto, che dovrà continuare le sue indagini a livello personale, spingendosi fino a Nizza.
Poliziottesco come tanti, con un Luc Merenda impulsivo e caratteriale come è ormai un cliché collaudato incontrarlo, Il commissario Verrazzano tenta la strada del Marlowe de noantri, ma rimane invichiato nella sua stessa piatta sciatteria, non avendo nulla di veramente originale ed interessante da comunicare, a partire dalla regia senza verve di un Franco Prosperi tutt'altro che ardito o degno di nota.
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