Regia di Lee Daniels vedi scheda film
Rose (Helen Mirren) e Mikey (Cuba Gooding jr.) killer professionisti, sono legati da un rapporto particolare: lei è stata l’amante del padre di lui, lo ha cresciuto e ora stanno insieme. Ma Rose, che ha un cancro terminale, rifiuta di uccidere la moglie di un boss mafioso e cerca di ricreare con Mikey, la donna e il suo bambino, una nuova famiglia lontano dalla violenza metropolitana. Momenti clou: uno scagnozzo sodomizzato da una stecca da biliardo, una zebra nel giardino del boss, una scena di sesso in un idillio di campagna con effetto flou, ralenti come se piovesse, musica stucchevole, tentativi imbarazza(n)ti di surrealtà. È perfino inutile cercare di capire il motivo per cui due rispettabili interpreti come Mirren e il Gooding Jr. (insieme al bravo Gordon-Levitt) si siano cacciati in un pasticcio del genere, in cui ogni scena sembra seguire un’altra come in una sala di montaggio. Aggiungete due non-attori come Stephen Dorff e Vanessa Ferlito (oltre alla caratterista comica Mo’nique e alla cantante Macy Gray) e il quadro è completo. Persino lo sceneggiatore e attore Will Rokos si è inventato uno pseudonimo per tenersi alla larga dal film. Lee Daniels, produttore di Monster’s Ball e di The Woodsman, si è tolto lo sfizio della regia. Si fermi qui, per favore.
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