Regia di Bill Paxton vedi scheda film
Walt Disney Pictures attinge dal bacino della storia contemporanea (ma è gia passato esattamente un secolo dall’impresa) un piccolo fatto di cronaca (benchè sembra che all’epoca avesse avuto molta risonanza) e, affidandone la direzione a un B.Paxton particolarmente in vena (si vede che si è trovato davvero a suo agio dietro la macchina da presa), riesce a trasformare - attraverso geometrie di ripresa fresche e dinamiche - l’ordinario in qualcosa di speciale. Così, l’ennesima storia di rivalsa del giovane sbarbatello, indigente,ma talentuoso (da questo punto di vista il film ricalca davvero i soliti stereotipi; degoffro), finisce per trasmettere una sensazione piacevole (per la serie “e vissero tutti felici e contenti”), anche se la convenzionalità della sceneggiatura, soprattutto nel finale (il suo eclettismo vive un climax discendente dai titoli di testa in poi), appare davvero un po’ troppo posticcia (giacchè viene immancabilmente sfornata la tipica, sempliciotta morale per famiglie, ma, d’altonde, era quello che ci si aspettava). Inoltre il film merita un piccolo encomio già per il fatto di aver avuto il coraggio di offrire ad uno sport (il golf) non proprio adrenalinico (degoffro) il ruolo di vero e proprio protagonista del film, riuscendo, per di più, a parlarne (e tanto), senza annoiare (quasi) mai (ma, alla fine del film, è, nondimeno, verosimile che risulti più affaticato lo spettatore che il giocatore Francis Ouimet/S.LaBeouf stesso).
Tre stelle piene.
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