Regia di Joe Roth vedi scheda film
C’è un poliziotto che si chiama Lorenzo (Samuel L. Jackson), è nato e cresciuto nel ghetto nero della città, tutti lo rispettano e come Tex con i navajos cerca di placare i più scalmanati tra i suoi per non irritare le giacche blu. Le quali ovviamente si irritano, perché la sorella di uno di loro (Julianne Moore), visibilmente alterata, denuncia la scomparsa del figlio, forse rapito da un “negro”. Pensavamo di avere visto il peggior film dell’anno e poi scopriamo che colleghi assai più illustri ne parlano bene sui quotidiani. Nessuno però che sottolinei l’incredibile idiozia di una sceneggiatura che a un certo punto, e senza un perché, si dimentica di un personaggio fino a un minuto prima definito “chiave” (il fratello sbirro). Diretto dal produttore di The Forgotten (come dire: è tutto chiaro) Il colore del crimine è in fondo utile per ribadire due scomode verità. La prima: il tema con la T maiuscola - se poi è razziale ancora meglio - è ancora l’arma migliore per abbindolare gli allocchi. Il secondo: guardarsi dagli attori considerati troppo bravi. In questo caso Julianne Moore, davvero allucinante. Sempre più a dura prova la vita dei cinefili, in queste italiche estati...
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