Regia di Amasi Damiani vedi scheda film
In fuga dopo un colpo fallito, una banda di criminali si rifugia in un paesino abbandonato. Qui trova un'altra banda con la quale, dopo un'iniziale diffidenza, stringe un patto di non belligeranza. L'arrivo di un pastore e della moglie è destinato però a sconvolgere la situazione.
Pretestuoso gangster movie campato in aria e realizzato visibilmente con due soldi, Storia di sangue (distribuito anche come Blood story) è un divertissement scritto e girato da Amasi Damiani, probabilmente desideroso di dare un seguito al simile, per molti versi, Tara Pokì (1971); un fulcro thriller e una buona dose di violenza – come d'altronde promette il titolo – sono gli elementi di continuità tra le due pellicole, ma va riconosciuto che in questo caso Damiani lavora davvero a budget pressoché azzerato. Per questo non ci si può attendere più di tanto, neppure scorrendo la lista dei nomi dei protagonisti accreditati nei titoli di testa: Tony Kendall, Piero Mazzinghi, Fortunato Arena, Philip McNamara, Amedeo Timpani... meno male che il principale ruolo femminile è stato affidato a Femi Benussi, cui per una volta viene richiesto di essere più brava che bella. Ma i difetti di scrittura dell'opera sono troppo evidenti, già dalla costruzione precaria dei personaggi, per poter soprassedere facendo finta di nulla; e il fatto che la tensione sia sostanzialmente assente dal lavoro non depone di certo a suo favore, consideratone il genere. Per il successivo impegno sul grande schermo, Damiani virerà in maniera decisa sul disimpegno in salsa pecoreccia: sarà infatti Quando i califfi avevano le corna (1973). 2/10.
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