Regia di Søren Kragh-Jacobsen vedi scheda film
Al centro della storia ci sono le vicissitudini di un gruppetto di ragazzi, ma sostanzialmente ciò che ha più valore in questo film è il contorno storico piuttosto accurato, un quadro sulla resistenza al nazismo in Danimarca; arrivato al Giffoni festival quasi subito (nel 1992), I ragazzi di St. Petri è stato poi distribuito in largo ritardo nel nostro Paese. Peccato sottovalutarlo, perchè un'opera che racconta la ribellione e la liberazione dal giogo hitleriano in un altro spazio ed in un'altra dimensione aiuta anche a capire meglio la situazione europea - e di riflesso quella italiana - durante i terribili primi anni '40. Ma sarebbe altrettanto sbagliato sopravvalutarlo, poichè questo esordio di Kragh-Jacobsen, autore dotato che in futuro aderirà anche al Dogma '95, è un lavoro carico di retorica (a tratti eccessiva, ma ne è palese l'ingenuità) quanto di buone intenzioni, che prende spunto da un difficile momento storico per raccontare le frustrazioni e le volontà di ribellione delle giovani generazioni, ma forse proprio per questo eccede nella costruzione narrativa, vedendo l'aspetto documentaristico del lavoro dover cedere il passo all'impianto di fiction. Inoltre un film buio e notturno, caratteristiche idonee a risaltare le cupe vicende cospiratorie dei protagonisti; sceneggiatura del regista stesso e di Bjarne Reuter; produzione del Danske filminstitut. 5,5/10.
Danimarca, seconda guerra mondiale. Nella chiesa di St. Petri il figlio del pastore raduna segretamente gli amici per organizzare la resistenza ai nazisti; dapprima si tratta di qualche blando atto ribelle, poi, procuratisi delle armi, la faccenda si fa seria...
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