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Black Killer

Regia di Lucky Moore (Carlo Croccolo) vedi scheda film

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La recensione su Black Killer

di giurista81
6 stelle

Carlo Croccolo torna al western, dopo aver preso le mosse con Una Pistola per Cento Croci, proseguendo il sodalizio con l'amico Oscar Santaniello. Si tratta di un b-movie assai sottavalutato in cui il comico napoleno estremizza quando già introdotto col suo primo esperimento western. Aumenta in modo esponenziale la violenza e con essa le scene di nudo, talvolta inserite in modo forzato. Così vediamo il protagonista, il norvegese e decisamente poco espressivo Fred Robsahm (fidanzato di Agostina Belli e fratello della donna di Tognazzi) pestato a sangue dalla banda che domina a Tombstone dilettandosi nell'uccidere gli sceriffi, ma soprattutto assistiamo allo stupro della Mullingan (moglie di Croccolo) con una messa in scena e una regia che guarda in modo evidente a Leone. Alternanza di primissimi piani sui volti ghignanti e sorridenti, inquadrature di sbieco, giochi di messa a fuoco, zoom in, zoom out, soggettive di pistoleri in sella ai cavalli e un montaggio ben calibrato e serrato a fare di questo Black Killer un western che centra appieno il risultato. Croccolo si rivela molto cresciuto alla regia. Ancora una volta si ritaglia un ruolo da comprimario, pur se assai marginale (è il pauroso aiuto sceriffo), e conferisce grande importanza ai ruoli femminili. La Mullingan, nei panni di un'indiana che mostra di continuo le sue belle gambe oltre che mostrarsi supina col fondoschiena completamente nudo (Robsahm le toglie un proiettile dal gluteo), qua spara col winchester e spara frecce esplosive, contribunedo a eliminare la banda tamarrissima dei fratelli O'Hara.

Le caratterizzazioni dei personaggi sono piuttosto curate. Spicca Klaus Kinski in un ruolo che riprenderà, per certi versi, ne Il Ritorno di Clint (1972) dei Balcàzar. Lo vediamo nei panni di un avvocato, anche se sembra più un pubblico ministero, manovrare i fili della vicenda standosene sempre dietro le quinte. Giunge in paese tirandosi dietro un cavallo ricolmo di libri. Ha infatti il vezzo di tenere, per ogni libro, una pistola, con la quale spara grazie a una cordicella legata al cane.

Assai carina anche la colonna sonora di Daniele Patucchi, impreziosita da bizzarri rumori elettronici che simulano una risata.

Curato anche il make up. Qua i cazzotti lasciano ferite sui volti. Robsahm appare tutto marcato, col sangue che gli esce dal naso e dalla bocca. Da segnalare anche l'uccisione di uno sceriffo, poi crocefisso con la taglia dei banditi infilzata al suo petto da dei coltelli da lancio.

Western molto carino, giustamente vietato ai minori di 14 anni per gli inserti violenti e per almeno quattro scene di nudo integrale (pur se ripresi di spalle, in due casi con riflesso del seno sugli specchi) quasi tutte rappresentate dalla sconosciuta Tiziana Dini. 

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