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Bakterion

Regia di Tonino Ricci vedi scheda film

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La recensione su Bakterion

di giurista81
6 stelle

 

La cattiva fama di Tonino Ricci è tale da non salvarlo neppure quando confeziona pellicole dignitose. È il caso di questo Bakterion, sci-fi horror dal tremendo sottotitolo “I Vivi Invidieranno i Morti”, scritto dagli spagnoli Jaime Comas Gil e Victor Andreas Catena. Strutturato su una sceneggiatura debole e confusa, completamente votata all'intrattenimento di genere e piena di vuoti narrativi, si tratta di un c-movie girato con gusto da spaghetti thriller e con innegabile passione al punto da potersi considerare il masterpiece del regista. Ricci abbonda con le soggettive e mette in scena il tutto come se si fosse in uno spaghetti-thriller. Nudi femminili, amputazioni, volti deformi e splatter non mancano, in un tripudio gore che guarda a Fulci e Romero, ma anche a quegli horror anni sessanta che avevano quali protagonisti mad doctor impazziti e trasformati in mostri sanguinari in conseguenza dei loro esperimenti. Le ambientazioni inglesi aiutano la storia e la rendono coinvolgente. Purtroppo lo script non ha guizzi innovativi, resta monocorde e si preoccupa più di mettere in scena omicidi variegati anziché sviluppare i contenuti. C'è un evidente omaggio a Psyco (assassinio di donna sotto la doccia), ma c'è anche una sequenza che anticipa Demoni di Lamberto Bava (il mostro che buca il telo su cui è proiettato un film e irrompe nella sala cinematografica generando il panico) col rischio di diffusione di un morbo coperto dal segreto militare e l'arrivo in cittadina di quelli che in Russia chiamerebbero “i liquidatori”. L'epilogo in salsa “la bella e la bestia” richiama una lunga serie di pellicole, King Kong in testa, e viene ben esaltato dai primi piani sull'occhio malinconico del mostro che medita, forse, sulla sua preesistente natura umana.

Il cast artistico annovera volti fulciani quali Janet Agren (Paura nella Città dei Morti Viventi) e David Warbeck (L'Aldilà), che spara in serie sul mostro alla maniera in cui aveva fatto al cospetto degli zombi di Fulci (con tanto di revolver che si scarica senza aver arrestato la marcia del mostro), c'è anche Franco Ressel. A differenza di film quali Incubo sulla Città Contaminata o il filone zombie, sembra di essere alle prese con una sorta di prequel del filone, con le autorità che cercano di eliminare lo psicopatico che, muovendosi nelle fogne, va in giro per la città a bere sangue umano e a tritare le vittime (ovviamente quasi tutte delle ragazze attraenti), ma soprattutto di evitare il diffondersi di un'epidemia. A tal fine fine è stato predisposto un drastico piano B che prevede il rilascio di gas nervino su un'intera cittadina da liberare da un aereo della Raf. Non ce ne sarà bisogno.

Pur nei suoi limiti e nonostante le gravi stroncature ottenute, Marco Giusti parla di “icona del trash per il suo essere consapevolmente brutto”,Bakterion è un film molto al di sopra della media dei c-movie italiani (si vedano i film di Mattei e Fragasso, quelli di Bianchi oppure quello di Carnimeo o gli stessi horror urbani di Umberto Lenzi), ben confezionato e fotografato. C'è anche uno sforzo a livello scenografico e la cosa non è di poco conto dato il low budget. Reggono anche gli effetti speciali di Rino Carboni e Dino Galiano, tanto che non si risente degli scarsi fondi economici. Le musiche di Marcello Giombini sono a tema, mentre il serrato montaggio è di un altro collaboratore storico di Lucio Fulci: Tomassi. Cosa volete di più da un prodotto che dovrebbe presentarsi come uno z-movie?

Come ha scritto Gordiano Lupi nella sua Storia del Cinema Horror Italiano è un film da riscoprire, “non così male”. Non a caso, con un soggetto similare (sviluppato in modo migliore e più originale), lo scrittore Alessandro Manzetti conquisterà una nomination ai Bram Stoker Award col romanzo breve Il Custode di Chernobyl (2017), traslando la metafora del disastro di Chernobyl su un esperimento militare sfuggito di mano agli scienziati orientato a creare degli uomini in grado di combattere su territori contaminati da radiazioni. Non vi dico quale è stata l'idea utilizzata per la trasformazione delle cavie, ma vi aggiunco che se l'avessero fatto gli sceneggiatori di Ricci si sarebbe parlato di forzatura scientifica. Mezza stella in più per il coefficente di difficoltà dovuto a una produzione legata a Tonino Ricci. Fossero tutti così i c-movie...

 

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