Regia di Baccio Bandini vedi scheda film
Una donna precipita nella tromba delle scale del palazzo in cui vive anche il commissario Pietrangeli. L'uomo comincia a indagare e trova nel marito della defunta il principale indiziato; ma scopre anche che l'uomo ha una relazione con Silvia, figlia di Pietrangeli.
Se il nome del regista, Baccio Bandini, può suonare poco familiare, di certo il poker di nomi impegnati nella sceneggiatura di questo film fa la sua discreta figura: si tratta infatti di Ennio De Concini, Sandro Continenza, Mario Monicelli e Stefano Vanzina (Steno). La cosa più sorprendente è che si tratta di una pellicola dalle atmosfere giallo-nere, un genere non troppo diffuso nel nostro cinema e soprattutto il meno atteso per quattro autori simili, principalmente noti per le loro commedie. Amo un assassino è un lavoro confezionato adeguatamente ma di scarso respiro, a ogni modo, con pochi personaggi approfonditi e una trama nella quale il mistero e la tensione non raggiungono mai il punto giusto; probabilmente un copione licenziato senza tanta convinzione, destinato d'altronde a un cineasta all'esordio dietro la macchina da presa (ma già assistente tra gli altri di Marco Elter e Mario Camerini). Per Bandini oltretutto sarà questa anche l'ultima regia, se si escludono un paio di pellicole straniere (Ombre bianche del 1960 e La congiura dei dieci del 1962) che rimaneggerà per la versione italiana, come si faceva ai tempi. Il cast è a ogni modo notevole, con attori efficaci del calibro di Umberto Spadaro, Delia Scala – poco più che ventenne, e dire incantevole è ancora poco – e Andrea Bosic nei tre ruoli centrali, e particine anche per Marco Vicario e Dorian Gray. Giovanni (Nanni) Loy è l'assistente regista. 3,5/10.
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