Regia di Tony Richardson vedi scheda film
Versione classicheggiante, impermeabile agli umori sessantottini, diretta e interpretata da britannici purosangue. Molto fedele al testo, con due sole omissioni importanti: Amleto non ha la tentazione di uccidere Claudio mentre sta pregando, e alla fine non arriva Fortebraccio (ma era così già nel film di Laurence Olivier); il fantasma, poi, si sente ma non si vede. La messa in scena prevede un uso pressoché sistematico di primi piani, che alla lunga infastidisce: Morandini lo spiega con il fatto che le scenografie dell’allestimento teatrale, riciclate per il cinema, erano molto scarne. Ennesima conferma di una mia impressione: ogni adattamento cinematografico del dramma shakespeariano, che è una delle opere capitali della cultura occidentale, resta irrimediabilmente al di sotto della pagina scritta; la soluzione migliore è usare l’originale come spunto per raccontare altro: operazione finora riuscita solo a Branagh in Nel bel mezzo di un gelido inverno, non in Hamlet.
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