Regia di Bruno Colella vedi scheda film
Nel 25o anniversario della morte di Moana Pozzi ho voluto vedermi questo film, neanche brutto, in cui spiccano un Novello Novelli simpatico e convincente nel ruolo del padre toscanaccio e paesano, e in cui la bella Moana si è messa in gioco accettando in pratica di interpretare sé stessa.
Il punto non è questo. Il punto è che fare l'attrice porno non è né un mestiere come un altro, né tanto meno migliore di altri. Moana aveva una bellezza ed un fascino che le avrebbero consentito, con qualche sforzo e sacrificio, di diventare la Bardotte o la Monroe italiana. Invece ha preferito, come fanno tante(i), una scorciatoia che porta presto ai soldi e al successo, ma evidentemente pericolosa (Moana è morta a 33 anni e la sua morte all'estero è ancora avvolta nel mistero). Altre sue consimili (penso alla Mussolini e alla Staller) ad un certo punto della loro vita, appagate nei soldi e nel successo, hanno cercato di "riciclarsi" (loro nella politica); ma Moana non ha voluto o potuto (o forse ha cambiato vita anche lei, sparendo in una nuova e sconosciuta identità).
L'argomento (soprattutto il suo rapporto coi genitori e la sua morte) mi ha sempre intrigato, tanto che In uno dei miei tanti raccontini, quello intitolato "Giù le mani da Luana, please" (nella raccolta "Sta scherzando commissario") ho voluto affrontarlo anch'io. Senza nessun rigore giornalistico, ovviamente, ma con tanta fantasia e con le mie idee.
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