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Amami

Regia di Bruno Colella vedi scheda film

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La recensione su Amami

di mm40
3 stelle

Un pensionato toscano decide di andare a trovare a Roma la figlia, affermata attrice. Il padre però non sa che il campo in cui la ragazza lavora è il porno.

Sono abbastanza evidenti le ragioni per le quali un film sul cinema pornografico non potrà mai riuscire digeribile al grande pubblico, per quanto virato a commediola dolciastra in salsa toscana (vale a dire: irriverente e godereccia) come è questo Amami: l’approfondimento risulterà sempre grossolano e le situazioni narrate approssimative, a un filo dal barzellettistico per non entrare in territori eccessivamente pruriginosi. La scelta però di affidare alla più nota pornodiva del nostro cinema hard – insieme a Cicciolina, chiaramente – il ruolo di protagonista è vincente: Moana Pozzi è efficace nell’interpretare pur con i suoi limiti un personaggio piuttosto aderente alla sua figura pubblica: una ragazza sfrontata, ma assolutamente decente, accettabile nella sua maniera candida di porsi di fronte al sesso. Anche Novello Novelli, per una volta promosso a protagonista, è l’uomo giusto al posto giusto, mentre nei ruoli di contorno non tutti funzionano, sebbene i nomi di una certa notorietà non manchino: Carlo Buccirosso, Nadia Rinaldi, Carlo Monni, Flavio Bucci, Tony Esposito ed Eugenio Bennato, con parti minori anche per Victor Cavallo e per i toscanacci Paci e Ceccherini. Lo spiccato regionalismo del copione si deve presumibilmente alla firma di Giovanni Veronesi sulla sceneggiatura, che affianca quella del regista (esordiente) Bruno Colella, di origine napoletana. Può rincuorare in parte il fatto che anche un ottimo cineasta come Davide Ferrario farà un buco nell’acqua qualche anno più tardi nel simile tentativo, ma in chiave drammatica, di indagare nell’universo della pornografia con il suo Guardami (1999); di sicuro le opere migliori per Colella arriveranno in seguito (Ladri di barzellette, 2004, o My Italy, 2017). Per la sfortunata Moana è invece una delle ultimissime prove sullo schermo, destinata a una fine prematura a soli 33 anni, nel 1994. 3/10.

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