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La Cina è vicina

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su La Cina è vicina

di uccio
6 stelle

Mi sono avvicinato a questo film con un po’ di timore. Ricordo ancora l’esperienza avuta con la visione di “I pugni in tasca” dello stesso regista, interessante ma decisamente pesante. In questo film del 1967, il secondo di Bellocchio, tornano alcuni dei temi trattati nel precedente (la famiglia, la vita di provincia) mescolati alla politica, alla messa in scena dell’alta borghesia, all’ipocrisia, il tutto viene però trattato con mano decisamente più goliardica e divertente.
Il professor Vittorio Gordini Malvezzi (vien dal mare, verrebbe da aggiungere) proviene da una famiglia della ricca borghesia della provincia Emiliana, nella sua vita ha simpatizzato con scarsa coerenza per tutte le correnti politiche del centro sinistra. Ha anche dato man forte alle scorribande da estremista (nelle intenzioni ma mai nella pratica) di sinistra del fratello Camillo che intanto studia dai preti. Ora è il momento di avere un ruolo attivo in politica, il professore si candida con il Partito Socialista Unificato. Il fratello Camillo non vede di buon occhio questa candidatura. La sorella Elena tiene alla sua posizione sociale ma non disdegna di portarsi a letto gli uomini che le capitano a tiro. Vittorio, lanciato verso la candidatura assume come assistente Carlo, fidanzato della sua segretaria Giovanna.
Ne vengono fuori dei bei siparietti, comizi con auto sfasciate, corruzione di metronotte, innocui attentati bombaroli dove un fratello è vittima dell’altro.
Intanto Carlo annusa aria di ricchezza in casa Gordini Malvezzi, inguaia Elena che rimane incinta di questo semplice ragioniere. Giovanna gelosa si butta tra le braccia di Vittorio. Con un occhio alla famiglia e uno alla politica bisogna risolvere la situazione. Elena vuole abortire, Carlo non vuole per convenienza, Camillo si oppone per non dar scandalo. Insomma lo scenario è questo, argomenti che fanno riflettere sugli italici vizi trattati in maniera meno sguaiata rispetto alla classica commedia all’italiana ma con un piglio leggero che non mi sarei aspettato da Bellocchio.

Dal mio blog: http://lafirmacangiante.blogspot.com/

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