Regia di Guy Hamilton vedi scheda film
Tratto dalla serie “Il distruttore” di R. Sapir e W. Murphy, adattato per il lungometraggio da C. Wood, è un film d’azione scorrevole e divertente, il cui pregio maggiore è l’ironia con cui vengono prese di mira le arti marziali. La storia è semplice. Un poliziotto, Markin (Fred Ward) decorato, ex marine,senza famiglia,un duro, durante un’azione contro tre balordi, viene spinto con l’auto nel fiume, per simularne la morte. Ricuperato da un’organizzazione, formata da due persone, per essere ingaggiato come elemento di lotta contro personaggi loschi che operano senza scrupoli contro il Governo, viene sottoposto a plastica facciale, al cambio delle impronte digitali e gli viene assegnato il nome (ricavato dal fondo di una padella d’acciaio) di Remo Williams. Al suo sconcerto, risponde il capo dell’organizzazione: “sei stato reclutato da un’organizzazione che non esiste ufficialmente. I nostri poliziotti sono corrotti, i nostri giudici sono comprati, i nostri uomini politici sono in vendita. Sono melma e tu sarai l’11° comandamento”. Abbastanza convinto accetta. Mentre si reca a compiere una missione, chiede al suo ingaggiatore cosa l’aspetta. “Tutto ciò che posso prometterti è terrore per colazione, tensione per pranzo, esasperazione anziché sonno, le tue ferie dureranno 2 minuti se non ti uccideranno prima e se vivrai tanto da avere una pensione sarà un miracolo”. La missione è uccidere un pericoloso killer. Entrato nella casa vi trova un vecchietto coreano apparentemente innocuo, che sarà il suo maestro per un corso intensivo di sinanju (a detta del vecchietto la madre di tutte le derivate forme di arte marziale, in realtà la disciplina non esiste). Da questo momento subentra una forte ironia riguardante il genere wuxiapian. Molto divertenti sia l’incontro con il maestro, sia il duro addestramento, sia il tentativo per ucciderlo presso la statua della Libertà. Meno scorrevole l’ultima parte del film. Diretto da Guy Hamilton il film scivola piacevolmente, sempre prego di azione, ma soprattutto dalla sdrammatizzazione del potere mitico delle arti marziali. Decisamente buona la scenografia di J. De Govia e la fotografia di A. Laszlo. Musica piacevole, orientaleggiante, ma sempre di ottimo sostegno alla trama filmica. Film controindicato per tutti coloro che cercano un messaggio e che prendono troppo sul serio l’effetto (filmico) serioso delle arti marziali. E’ un film leggero, divertente, ironico, dal ritmo sostenuto. Voto 7
Simpatica, orecchiabile, inconfondibile, originale, orientaleggiante. Offre un buon sostegno allo svolgimento del film
Abile e leggero. Buona la sua ironia che pervade il film anche nei momenti che sembrano più portati all'azione
Decisamente bravo. Interpreta con natuealezza un personaggio scansonato
Ricopre bene il ruolo, un po' strampalato, dell'insegnante di sinanju
sufficente come "imperatore" Smith
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