Regia di Tom Hooper vedi scheda film
Gli ingredienti per il "filmone" c'erano tutti: una vicenda storica dal grande interesse sociale (razzismo e apartheid), un'attrice valida e pluripremiata come Hilary Swank e una cornice suggestiva come il Sud Africa (siamo a Pretoria). Tuttavia il risultato è un po' "monocorde". Tutto scorre via allo stesso ritmo, senza impennate e quel che accade è poco più di ciò che ci si aspetta. In sottofondo, suoni e musiche africane a dare un che di solenne alla storia. E' l'esordio cinematografico per Tom Hooper (in futuro ci delizierà con Les Misérables e Il Discorso del Re) che in Red Dust forse dedica troppo spazio alla parte processuale e alle confessioni dei "carnefici" i quali grazie al più strano decreto della storia possono ottenere l'amnistia di fronte ad una completa relazione sui loro abusi. In questo trovano poco spazio le vicende umane di chi ha perso i suoi cari, di chi vive emarginato perché accusato di tradimento o di chi è deceduto tra le più atroci torture. L'apartheid è un capitolo fortunatamente chiuso ma resta un tema interessante che scuote ancora le coscenze e merita un'analisi d'approfondimento che in questo film riesce soltanto a metà.
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