Regia di Alberto De Martino vedi scheda film
Un artigiano del cinema di genere come De Martino non poteva non licenziare anche qualche horror (come sempre, a basso budget), sia pure nel periodo più tardo per il filone. Da Dario Argento in avanti infatti sono ormai quindici anni, nel 1985, che sangue e tensione scorrono sugli schermi nostrani; purtroppo però De Martino non solo non è Argento, ma non è neppure fra i suoi più validi scimmiottatori come Fulci o Lenzi. A proposito di Fulci, qui compare fra i protagonisti un attore da lui utilizzato abbastanza spesso, David Warbeck; c'è anche Rossano Brazzi (unico nome degno di nota) e il resto del cast è pressochè anonimo, con le conseguenze che si possono immaginare sul livello della recitazione. Qualche spunto sanguinario compensa una trama in cui l'azione latita; la sceneggiatura firmata dal regista e da Vincenzo Mannino non brilla affatto per originalità; si tratta dell'ultima pellicola diretta in assoluto da De Martino, a dimostrazione del fatto che il cinema italiano (a partire, sintomaticamente, proprio da quello di genere, cioè dal più povero di mezzi) era incanalato in una crisi irreversibile. 2,5/10.
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