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American Graffiti

Regia di George Lucas vedi scheda film

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La recensione su American Graffiti

di Decks
6 stelle

Adolescenza è spesso sinonimo di sogni, amori platonici, automobili e atti più o meno sconsiderati. Ed è così che George Lucas decide di raffigurare i giovani protagonisti di questo film. Ragazzi che vogliono sembrare grandi, ma in realtà non lo sono, non appartenendo però neppure all'infanzia ormai trascorsa. Quel limbo dove si comincia a pensare al proprio futuro rammaricandosi delle prime vere difficoltà. 

La regia di George Lucas è sicuramente buona, nel suo seguire i differenti personaggi, fatta di numerosi stacchi, ferma, ma comunque precisa. Sono però il montaggio e la colonna sonora che spiccano in questo lungometraggio. Il primo riesce a creare uno specifico percorso dei numerosi protagonisti, un'analisi precisa del loro ingresso nell'età adulta grazie a numerose situazioni, che sia una tavola calda (unico punto luminoso e accogliente nella città notturna) o una zona più abbandonata. La colonna sonora, unica materia invisibile che accomuna tutti grazie alle radio sintonizzate sulla medesima stazione, con le sue canzoni di fine anni '50 è trasportante e nostalgica, grazie anche al repertorio di brani degli ottimi Beach Boys.

Stessa cosa non si può dire per la sceneggiatura che a volte arriva a livelli troppo sdolcinati, insopportabili per lo spettatore, ma soprattutto, è spesso assente quel realismo necessario a mostrare una generazione, finendo per conferire un buonismo di fondo a tutta la gioventù di quegli anni che mai si sognerebbero di compiere cattive azioni (persino il giovane Ford, nonostante sia un gradasso ha pur sempre il suo buon cuore). Il risultato se messo con interpretazioni poco credibili, con personaggi stereotipati (il meccanico duro e imbattibile Paul Le Mat non funziona quasi mai), con trame secondarie meno sviluppate ed interessanti (come la relazione tra Steve e Laurie) finiscono per tediare il pubblico, fino allo stucchevole finale.

Ed è un peccato perché le emozioni e comportamenti che hanno i giovani con la società sono ben fatti. Il rapporto tra giovani e automobili, vero mezzo di successo per il corteggiamento, gli alcolici tanto bramati dai minorenni per il loro effetto galvanizzante, gli amori per ragazze poco raccomandabili (un semplice "i love you" basta a far perdere la testa ad un povero inesperto ragazzo). Ognuno dei quattro protagonisti farà i conti, per capire cosa voglia dire veramente essere adulti, fare delle vere scelte, non lasciarsi illudere dalle apparenze, non credersi immortali e soprattutto sapere ciò che conta veramente per sè stessi.

I tentativi di mostrare questo periodo e questa fascia di età sono ammirevoli, è un peccato dunque che ad accompagnare dei buoni aspetti tecnici vi siano sceneggiature e capitoli specifici che non funzionano, causa la loro mielosità e l'opprimente ostentazione di buoni sentimenti. Un "come eravamo" che merita una visione, ma niente di più.

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