Regia di Peter Bogdanovich vedi scheda film
Come in un giallo di Agatha Christie, viene commesso un omicidio fra persone altolocate in un ambiente isolato (lo yacht del magnate William Randolph Hearst, in un fine settimana del 1924). Come in un telefilm del tenente Colombo, l’identità dell’assassino è nota allo spettatore; la differenza è che qui il colpevole non viene assicurato alla giustizia. 25 anni dopo Vecchia America, ma con toni molto più amari, Bogdanovich torna alle atmosfere della Hollywood che fu e si toglie addirittura lo sfizio di aggiungere una postilla a Quarto potere (stando alle sue dichiarazioni, il soggetto gli era stato suggerito da Welles in persona), raccontando a modo suo le misteriose circostanze della morte del regista e produttore Thomas Ince e le successive svolte nei destini delle persone implicate (su quel delitto qualcuno costruirà la propria carriera). Ne viene fuori il ritratto impietoso di un mondo che rivela tutto il marciume nascosto dietro la sua patina dorata: il delirio di onnipotenza di un uomo che si considera al di sopra delle leggi, l’allegra amoralità di chi gli sta intorno per opportunismo. Tutto è filtrato dall’occhio di un’osservatrice neutrale, che guarda con distacco ma senza cinismo. Ricostruzione d’epoca forse un po’ patinata, ma eccellente.
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