Regia di Cinzia Bomoll vedi scheda film
Rahil cammina in silenzio con un bambola nera sotto il braccio. In bilico sulle rotaie abbandonate, Rahil si ferma e appoggia l'orecchio sui binari. Cerca il suono della libertà, dei treni di Baghdad, del suo lontano Iraq.
Rahil (l'esordiente, bravissima Ons Ben Raies) è una dodicenne strappata dalla propria terra devastata dalle bombe, condotta in Italia e affidata a una (infuocata) coppia italo-araba: Lorenza Indovina (splendida) e Jamil Hammoudi.
La drammatica e contraddittoria realtà della periferia romana - fatta di grande umanità, dura violenza e pesante povertà - è osservata con lo sguardo acuto e l'intuito straordinario di questa intensa ragazzina.
Giocata sulla tensione linguistica dell'arabo e dell'italiano, che si intrecciano e si susseguono vorticosamente ed efficacemente e sul sottile, lacerante disagio interiore dello sradicamento, questa brillante opera prima colpisce il cuore perchè è semplice, graffiante, autentica e parla con il lieve tocco della poesia.
Un film puro, magico e insinuante come il vento, interamente autoprodotto, girato in digitale (con una Mini DV dotata di un sistema ottico particolare che imita la profondità di campo del 35 mm.), ma purtroppo mai circolato nelle sale italiane. Negli Stati Uniti e in Canada, però, il talento della giovane cineasta bolognese non è passato inosservato. La Vanguard Cinema si è assicurata, infatti, i diritti della pellicola raccogliendo numerosi consensi dopo l'immediata, sacrosanta distribuzione.
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