Regia di Sharunas Bartas vedi scheda film
Un altro grande esempio del cosiddetto "Cinema contemporaneo contemplativo" da parte del maestro lituano Sharunas Bartas. Come già nei suoi precedenti lavori, anche in questo caso la parola si fa da parte per lasciar spazio alla potenza viscerale e ontologica della pura immagine. Il gruppo di uomini che, dopo un conflitto a fuoco con la polizia, scappa nel deserto diventa a poco a poco una metafora della nostra stessa visione, che si perde tra le immagini ipnotiche del deserto. E così la "libertà" evocata dal titolo diventa la libertà stessa di un modo di fare cinema nuovo, unico, in cui nulla è violentemente prestabilito e circoscritto (chi sono i tre uomini che fuggono? da cosa fuggono? e quale sarà il loro destino?), e in cui a dominare, finalmente, è l'immagine, tattile, uditiva, aspra. E libera.
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