Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film
Il walkabout cui fa riferimento il titolo, nella cultura aborigena rappresenta ben più che un semplice "giro in giro" (come lo definiva Crocodile Dundee nella pittoresca traduzione italiana); è un rito iniziatico, un ritorno alle origini che un adolescente deve fare prima di passare all'età adulta. Con questa premessa, il film di Roeg diventa subito oggetto di riflessioni antropologiche, sociologiche e psicanalitiche. La cosa bella però è che il tutto ci viene servito senza pretenziosi dialoghi esplicativi, ma affidandosi semplicemente alle immagini, ora suggestive e poetiche, ora di un realismo finanche crudo, coadiuvate dallo splendido commento musicale di John Barry. Roeg è un regista originale (è l'uomo che fece cadere David Bowie sulla Terra), ma dagli esiti non costanti. Questo è sicuramente uno dei suoi lavori migliori, un film non per tutti i gusti, ma che, se si sta al gioco, rischia di diventare un'esperienza coinvolgente e indimenticabile, come succede all'ormai adulta e imborghesita Jenny Agutter nello splendido finale.
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