Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Dici gigolò e pensi a Richard Gere, in una di quelle alchimie cinematografiche in cui il protagonista di una pellicola diventa icona ormai celebre ad ogni latitudine
Nell'immaginario collettivo, "American Gigolò" è soprattutto la consacrazione di Richard Gere nel ristretto novero dei sex symbol di fama mondiale, in un periodo in cui solo il cinema poteva essere veicolo di celebrità ad ogni latitudine. In realtà il film di Schrader è una cartina al tornasole di quella fase di transizione tra una certa cupezza degli anni '70 e l'edonismo degli '80, quella voglia di soldi, successo e sesso che non può che incarnarsi in un uomo che vende il proprio tempo ed il proprio corpo ma che si trova invischiato in una storia criminale (e paga un certo pregiudizio nell'approccio della polizia nei suoi confronti). E sarà proprio una delle sue clienti, moglie di un aspirante governatore e nel frattempo diventata sua amante, ad essere il punto di svolta per la sua intricata vicenda. L'eleganza ed il portamento di Richard Gere nel suo completo Giorgio Armani sono ormai diventati una delle icone cinematografiche del tempo, ma il film, pur senza particolari vette di realismo, si dimostra una valida pellicola a cavallo tra un poliziesco ed un dramma ben più strutturato di quello che ci si potrebbe aspettare.
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