Regia di Benoît Jacquot vedi scheda film
Non ancora ventenne, Virginie Ledoyen ottiene il suo primo ruolo da protagonista in questo film, che le valse la nomination come migliore speranza femminile nell’assegnazione dei “Césars” edizione 1996.
La trama: in un bistrot di Parigi, Valérie annuncia al fidanzato Rémi (Benoît Magimel) di essere incinta. Rémi non sa come reagire. Di certo, non gioisce : è disoccupato ed è ancora molto giovane. La conversazione finisce qui, anche perché per Valérie questo è il primo giorno di lavoro come camieriera in un hotel di lusso. Si congeda quindi dal compagno e parte alla volta della sua nuova esperienza. Il film la segue passo passo per l’intera giornata, durante la quale fa la conoscenza dei suoi colleghi e dei suoi superiori, entra in contatto con una clientela variegata quanto benestante, si adegua senza particolare entusiasmo alla nuova situazione. Terminato il turno, torna nel bistrot iniziale e chiude la sua relazione con Rémi. La ritroviamo alcuni anni dopo, madre single di un pargoletto affettuosamente accudito dalla nonna. Non succede nient’altro.
Raccontato così, può apparire come un film noiosissimo. Invece, funziona ! Merito innanzi tutto di Virginie Ledoyen, bella, troppo giovane e indifesa, ritratta nell’impalpabile momento in cui da ragazza diventa donna. Attraversa chilometri di felpati corridoi d’albergo, portando vassoi o sospingendo carrelli per clienti esigenti e capricciosi. La regia è sobria, tesa essenzialmente a scrutare la protagonista nel suo ambiente, risaltandone gli sguardi, l’andatura, il corpo sinuoso e nascosto nell’uniforme della casa. Nessun uomo (e nessuna donna, a dire il vero) resta indifferente al suo passaggio. Valérie tira dritto. In quella strana giornata, la sua vita è definitivamente cambiata.
Perfetto, anche se relegato ad un ruolo secondario in un film dominato interamente dalla protagonista.
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