Regia di Joon-ho Bong vedi scheda film
Qua, come in Snowpiercer e Parasite, trovo film belli ma non trovo mai quel non so che che mi fa gridare al miracolo. Bello è bello, comunque.
Data la vittoria di Bong Joon Ho agli Oscar (sia personale alla regia che per Parasite come film), si stanno rispolverando film suoi mai apparsi prima dalle nostre parti, come questo film uscito in Italia poco prima del Covid ma uscito in patria nel 2003. Chiariamo, sembra girato ieri, per la pulizia della direzione e per tutto quanto il resto, non dimostra assolutamente 17 anni, anche perché per larga parte è ambientato negli anni ’80 della Corea, Nazione allora ben più povera (di mezzi ma anche di uomini) di oggi. Parla di un serial killer, forse il primo coreano, che uccideva giovani donne sempre con lo stesso metodo e gli stessi rituali. La polizia di allora non aveva neanche gli uomini all’altezza per risolvere un tale caso, malgrado i sospettati non mancassero. Di sicuro i poliziotti, così come raffigurati nel film, ci fanno una figura misera: violenti, inetti, poco professionali, senza mezzi, senza dirigenti preparati. I casi sicuramente ebbero un‘eco enorme in Corea e il film (che prende spunto da un’opera teatrale), fu un successo pazzesco laggiù. Qua non passò neanche per i cinema, nel 2007 ed ora pare invece che ci sia pure tornato, post Covid.
Il film è bello, per quanto non condivida il grande entusiasmo che ha suscitato in critica e pubblico. Io sono più per il 7, anche per il finale (non anticipo nulla, ma solo che nel 2019 sono arrivati nuovi elementi utili alle indagini, diciamo così). Belle le musiche.
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