La recensione più votata è positiva
Dopo aver fatto i conti con la Storia ed aver chiuso nella tomba qualsiasi proposito di impegno politico e sociale, Despleshin si mette dietro le spalle il lavoro precedente tuffandosi nei miasmi dolciastri e vagamente retrò di “Comment je me suis dispute'….”, film che fin dal titolo cerca di disimpegnarsi dalle arzigogolate acrobazie de “La… leggi tutto
La recensione più votata delle negative
Terzo lavoro di Desplechin, secondo lungometraggio dopo l'esordio in mediometraggio (La vita dei morti, 1991) e le due ore e venti minuti (forse per recuperare) del successivo La sentinelle (1992). Qui, semplicemente, il regista francese non sa contenersi e arriva a proporre una pellicola che sfiora le tre ore di durata: inevitabilmente il dato incide, pesa parecchio nell'economia di una storia… leggi tutto
Recensione
Prima confessione di uno dei due alter ego cinematografici di Arnaud Desplechin (entrambi interpretati dal suo attore feticcio Mathieu Amalric), ovvero Paul Dedalus (l’altro è Ismaël Vuillard già protagonista di Rois et Reine e che ritroveremo in Les Fantômes d’Ismaël di prossima uscita) questa volta durante una seduta psichiatrica (la seconda…
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Terzo lavoro di Desplechin, secondo lungometraggio dopo l'esordio in mediometraggio (La vita dei morti, 1991) e le due ore e venti minuti (forse per recuperare) del successivo La sentinelle (1992). Qui, semplicemente, il regista francese non sa contenersi e arriva a proporre una pellicola che sfiora le tre ore di durata: inevitabilmente il dato incide, pesa parecchio nell'economia di una storia…
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Dopo aver fatto i conti con la Storia ed aver chiuso nella tomba qualsiasi proposito di impegno politico e sociale, Despleshin si mette dietro le spalle il lavoro precedente tuffandosi nei miasmi dolciastri e vagamente retrò di “Comment je me suis dispute'….”, film che fin dal titolo cerca di disimpegnarsi dalle arzigogolate acrobazie de “La…
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