Regia di Marina Abramovic, Matthew Barney, Marco Brambilla, Larry Clark, Gaspar Noé, Richard Prince, Sam Taylor Wood vedi scheda film
Presentato nel 2006 in festival internazionali quali il Sundance, Cannes, Locarno, Edimburgo e Amsterdam, Destricted è costituito di sette episodi diretti da artisti noti nell'ambito della sperimentazione sul corpo e della esibizione della sessualità.
Scandalo annunciato e ben pubblicizzato dai manifesti delle rassegne, causa la rappresentazione esplicita delle attività sessuali per la quasi intera durata del film, gli autori tentano (ma falliscono quasi sempre) di celebrare l'unità intima di arte e ciò che è inteso solitamente come oscenità e mera trivialità pornografica.
Il problema però, credo, stia proprio nella eccessivamente programmata esibizione che lascia la materia trattata in una zona di gratuità banale, fintamente rivelatrice, a volte morbosa, spesso noiosa e di idee molto limitate o di poco spessore.
L'unico episodio degno di considerazione e dotato di un certo fascino anche artistico è, personalmente, il terzo, diretto da Matthew Barney, esempio di riuscita mimesi e fusione tra body art ed eccitazione sessuale, tra artificialità e natura, meccanismo metallico e carne pulsante. Al limite si potrebbe dare un minimo di considerazione all'ironia dell'episodio di Marina Abramovic o alla colonna sonora sognante ed eterea scritta dallo stesso Richard Prince per il suo cortometraggio. 5 1/2
1) Marina Abramovic, "Balcan Erotic Epic": le usanze sessuali apotropaiche di certe popolazioni balcane, tra immagini dal vero e disegni animati.
2) Marco Brambilla, "Sync": montaggio repentino di brevissimi segmenti pornografici sincronizzati a musica percussiva.
3) Matthew Barney, "Hoist": girato in Salvador come eventuale parte del film De Lama Lamina, legato a mitologie indigene. Un Uomo Verde (spirito semidivino, o contadino) si fa issare (to hoist) fino ad entrare in contatto fisico con l'albero motore di un camion, sporcandosi di fango e sperma.
4) Larry Clark, "Impaled": intervista a ragazzi sul loro rapporto con la pornografia, in preparazione ad una performance pratica.
5) Gaspar Noè, "We Fuck Alone": autoerotismo di un ragazzo e una ragazza, cupo, violento, ossessionato da alternanza di buio e luce rossa.
6) Richard Prince, "House Call": il dottore e la paziente, stile anni '70...
7) Sam Taylor Wood, "Death Valley": masturbazione e contatto diretto con la natura incontaminata, in teoria.
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