Regia di Guy Maddin vedi scheda film
Papà Rossellini è ritratto dalla figlia come un'enorme pancia distesa nel letto, a simboleggiare non solo l'imponenza della sua figura e la confortante vastità del suo affetto, ma anche l'anima calda e umanissima del suo genio, che Egli ha saputo trasfondere sul grande schermo sotto forma di coscienza, morale e riflessione. Isabella si aggrappa al corpo paterno come a un'isola in mezzo a un lago di quiete: il lago della Sua arte, nelle cui acque ferme e profonde si è specchiata la Realtà, ma non quella eccitante prodotta dalla bizzarra casualità degli eventi, né dalla caleidoscopica logica dei sogni, e nemmeno dai voli di una mente fantasiosa, bensì la realtà verosimile, anzi "probabile", che vive a cavallo dei sentimenti, perché è il sedimento dell'esperienza e del pensiero, ed ha i contorni netti ed immobili delle Sue inquadrature. In poco più di un quarto d'ora, una Isabella poliedrica e intensa ricostruisce, con temerari travestimenti, tutti gli umori contrastanti del Suo mondo, quello che Egli condivise con gli altri grandi maestri del cinema del Novecento. "Mio padre ha 100 anni" è un sincero omaggio carico di struggente rimpianto e, soprattutto, uno stupendo tributo di amore, gratitudine ed infinita ammirazione.
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