Regia di Géla Babluani vedi scheda film
Un giovane lattoniere (Babluani) si sostituisce all'uomo che gli ha commissionato la riparazione del tetto di casa ma che è morto anzitempo per overdose. Credendo di poter fare un lavoretto facile col quale poter guadagnare un mucchio di soldi, il ragazzo finisce in un gioco terribile per ricchi annoiati. Il 13, il numero che gli viene assegnato durante il gioco, sembra portargli fortuna, ma il destino pareggerà i conti.
Originalissimo e terribile, sobrio, girato con un raffinatissimo bianco e nero, distribuito in lingua originale con i sottotitoli, caratterizzato da inquadrature inconsuete e richiami all'espressionismo, il film diretto da questo francese di origini georgiane di appena 27 anni e interpretato da suo fratello è un autentico capolavoro: è a suo modo un grande classico, con qualche debito verso Clouzot e Bresson. Babluani firma un polar algido che non concede nulla allo spettatore, gli apparecchia una storia terribile, realistico e lucido segno dei tempi di collasso morale e primato assoluto del denaro, dicendoci che soltanto il caso può decidere di ridare equilibrio alle cose.
Premio "Luigi De Laurentiis" per la miglior opera prima al Festival del cinema di Venezia e al Sundance.
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