Regia di Terry Gilliam vedi scheda film
Un tossicodipendente, rimasto vedovo all’improvviso, porta la figlioletta nella fatiscente fattoria della nonna, dove muore subito dopo anche lui; la ragazzina si trova ad avere a che fare con due vicini inquietanti e si costruisce un mondo tutto suo in cui vivere insieme a quattro malconce teste di bambola. Lo stile visionario di Gilliam funziona benissimo quando può lasciare completa libertà al suo immaginario grandioso, o quando crea futuri da incubo, o anche quando racconta una vicenda singola che assume dimensioni universali; è completamente sprecato qui, alle prese con un soggetto insignificante, più adatto a Burton o a Spielberg, e provvisto di un assurdo finale familista. Una storia triste, squallida, necrofila, che diventa ancora più rivoltante nell’ultima mezz’ora, quando la ragazzina e il minorato mentale si mettono a giocare a moglie e marito (roba da chiamare d’urgenza il Telefono Azzurro).
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