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Silent Hill

Regia di Christophe Gans vedi scheda film

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DeathCross

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Silent Hill

di DeathCross
8 stelle

Buon Horror, caratterizzato da una certa cura per le atmosfere e da una sapiente conoscenza del mezzo cinematografico.
Seppure in certi momenti la sua origine videoludica è facilmente avvertibile anche per chi, come me, è estraneo al videogame, ad esempio nella struttura a livelli della narrazione, con i vari mostri che si presentano man mano alla protagonista, il regista riesce comunque a ricreare un'atmosfera profondamente cinematografica, senza che lo spettatore creda di assistere ad un videogame a cui non può giocare.

Anche il formato digitale e gli effetti in CGI riescono ad essere efficaci, e il montaggio e i movimenti di macchina sono fluidi e per niente frenetici.
Come accennato sopra, le atmosfere e gli ambienti del film sono molto curati, ed è soprattutto da questo, più che nelle creature mostruose, che trae origine la potenza inquietante della pellicola. Gli echi di certo Cinema Horror orientale e delle atmosfere lovecraftiane di film come "In the Mouth of Madness" contribuiscono a dare all'opera una profondità insolita nel panorama di genere contemporaneo, specialmente quello made in USA.

Insolita, specialmente per un film tratto da un videogame, è la presenza di una tematica non così scontata come la critica al fanatismo, problema che colpisce fortemente il potente paese a stelle e striscie (basti pensare alla follia integralista dei predicatori televisivi americani). L'uso della religione come strumento con cui poter controllare e soggiogare la volontà delle persone, rinchiuse in una campana di menzogne e ignoranza, è fortemente condannato, e alla fine le creature diaboliche scatenate dalla rabbia vendicativa di Alessa risultano meno terrificanti della follia religiosa predicata da Christabella, la ieratica dittatrice della città fantasma di S.H.

Altra peculiarità interessante del film è la sua natura quasi totalmente femminile: nel bene o nel male, infatti, tutti i personaggi più importanti dell'opera sono donne, da Rose, protagonista del film decisa a salvare la figlia adottiva, a Cybil, l'agente che aiuta Rose nella sua ricerca, dalla madre disperata di Alessa alla stessa Christabella, fino ad arrivare ai tre personaggi interpretati dalla giovanissima e bravissima Jodelle Ferland, che interprete l'innocente e inerme Sharon (figlia adottiva di Rose e figlia naturale di Alessa), la ferita e vendicativa Alessa e l'entità protettrice di questa, che assume le sembianze di Sharon.
Gli uomini possono solo tentare inutilmente di risolvere la situazione, come tentano di fare Christopher (padre adottivo di Sharon) e l'agente, oppure limitarsi a sottomettersi ai dogmi religiosi propagandati da Christabella.
L'intensa femminilità dell'opera introduce inevitabilmente il tema fondamentale della maternità: come si dice nel film, la madre, naturale o adottiva che sia, rappresenta gli occhi della prole Dio, e questo concetto, totalmente opposto alla teoria tradizionale predicata dalle principali religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islam), riprende invece quei culti decisamente più antichi (e profondi) dove la figura femminile assume la connotazione più che giustificata di divinità (e tale concezione di divinità più materna che paterna era stata suggerita anche da Giovanni Paolo I). Questo tema di grande intensità e veridicità contribuisce alla più che buona qualità della pellicola, ponendola tra le opere horror post-2000 meritevoli di attenzione.

Il finale sanguinoso e, soprattutto, l'enigmatico e aperto epilogo, dove madre e figlia tornano a casa restando nel contempo all'interno della realtà parallela di Silent Hill (degno di nota lo sguardo in camera della bambina), vicine e nel contempo lontane dal padre, rappresentano la ciliegina sulla torta di questa magnifica opera.

Consigliatissimo.
Voto: 8½

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