Regia di Christophe Gans vedi scheda film
Il filone dei film tratti dai videogiochi continua a crescere,cominciò "Supermario Bros" più di dieci anni fa,e recentemente sono usciti "Doom" e la serie di "Resident Evil":appartenente alla categoria degli horror cibernetici,la saga tetra di "Silent Hill" diviene lungometraggio,con una sceneggiatura del Roger Avary amico di Tarantino e la regia affidata al francese Christophe Gans,quello de "Il patto dei lupi".La prima metà del film sembra procedere un pò sgangherata,forse per rendersi riconoscibile ai numerosi fans del videogame,con molto già visto,pur ammettendo la riuscita di almeno un paio di scene che inquietano non poco lo spettatore:mano a mano che procede la narrazione,Gans fa prendere al film una direzione che lo migliora e gli fa assumere personalità.In questo dramma onirico-orrorifico,infatti,in cui i personaggi maschili sono del tutto di complemento,emerge una lotta di stampo matriarcale condotta a spron battuto da una protervia tutta femminile che impressiona;in più,si ha la forte sensazione di una netta presa di posizione contro la filosofia neo-oscurantista dei più reazionari e spietati tra i teocon.Nato come progetto per una doppia rendita su un'idea già sfruttata ludicamente,"Silent Hill"-film imbocca una strada che porta a esplosioni visionarie potenti,e sfiora l'anatema laico sulla sanguinarietà forsennata di chi chiede morte e distruzione ipocritamente utilizzando il nome di Dio,come purtroppo qualcuno,molto importante,ha fatto negli ultimi anni.
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