Regia di Andrzej Munk vedi scheda film
Di Munk avevo finora visto soltanto il suo ultimo film, incompiuto, "La passeggera", da molti considerato un capolavoro, ma che era riuscito soprattutto a lasciarmi addosso un senso di angoscia e disagio, sia per la storia narrata sia per le vicende legate alla lavorazione del film stesso e alla prematura fine del suo autore (1921-1961). "Eroica", al contrario, è un'opera per molti versi sorprendente, e sempre in positivo, poiché si tratta di un film intelligente e profondo sull'anima polacca, ma al tempo stesso ilare e graffiante. Diviso in due episodi, entrambi ambientati durante la seconda guerra mondiale, fornisce un ritratto dello spirito polacco quale non è riuscito nemmeno ad autori molto celebrati come Wajda e Polanski, l'uno sul versante tragico, l'altro su quello comico-grottesco. E si vede come, contrariamente a quanto si crede, anche lo stesso Polanski non è nato dal nulla e non è stato poi così dirompente nella cinematografia polacca del secondo dopoguerra. Ma "Eroica" proietta anche una nuova luce sulla Polonia dell'epoca, non così chiusa come si potrebbe pensare, se la censura lasciava passare film come questo. Il titolo è chiaramente un'antitesi rispetto alla materia narrata, poiché entrambi gli episodi raccontano di comportamenti individuali (ma quanto mai simbolici ed universali) tutt'altro che eroici, o comunque eroici soltanto in apparenza. Il primo episodio, intitolato musicalmente (così come il secondo e come il titolo complessivo che sembra ispirarsi a una sinfonia di Beethoven) "Scherzo alla polacca", è tutto virato sul registro del comico, raccontando le peripezie di un aderente alla resistenza antinazista durante i giorni della rivolta di Varsavia, che, fuggito dalle grinfie dei nazisti, si trova la casa e la moglie occupate da un contingente di truppe ungheresi. L'altro episodio, "Ostinato lugubre", è ambientato in un campo di prigionia tedesco per ufficiali polacchi (una specie di "Stalag 17" in salsa polacca), dove i prigionieri vivono nell'ammirazione di un loro collega che è riuscito coraggiosamente e miracolosamente a fuggire dal campo. La realtà è molto più prosaica, ma sarà meglio continuare a coltivare il mito, perché il polacco ha bisogno di continuare a sperare in qualcosa o qualcuno di grande (il nuovo miracolo polacco?). "Eroica" è un bel film che, senza lungaggini, sa parlare allo spettatore di oggi come a quello degli anni cinquanta. Merita di essere visto e rivalutato.
Un regista morto troppo prematuramente: dalle poche opere sue che conosco posso affermare che si tratta davvero di un grande.
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