Regia di Lucian Pintilie vedi scheda film
Un aguzzino che racconta le sue verità.Un ex prigioniero politico e una giornalista riescono ad ottenere un intervista da un ex poliziotto delle carceri rumene durante la dittatura di Ceausescu.Un intervista caratterizzata dal paradosso della moglie che cerca di proteggere il marito dai presunti torturatori che secondo lei si nascondono sotto le spoglie dell'ex priogioniero politico e della giornalista.Ma allo stesso tempo il film di Pintilie è una riflessione su un popolo che deve fare i conti con la propria storia,con il proprio passato recente.Un film che si occupa di un torturatore che paraddossalmente non deve fare i conti con nulla,solo con la povertà che lacera una nazione ancora troppo indietro.La cinepresa si muove in ambienti di povertà indicibile quasi come se dovesse documentare per un cinegiornale.Rimane solo un velo di tristezza dopo aver sentito un uomo che praticamente non ha coscienza,si giustifica dietro il paravento del lavoro ordinato da chi è più in alto di lui.Ma la reticenza,le continue domande,le continue interruzioni smascherano un certo nervosismo che mal si addice alla tanto sbandierata serenità.Un intervista per non dimenticare il sangue versato ma un film che preferisce non addentrarsi nell'angusto spazio della denuncia delle torture di regime....
lo conoscevo da un altra sua opera diciamo d'esportazione e mi aveva favorevolmente impressionato.Qui conferma lesue capacità....
disarmante
coinvolto
non male
incredibile
boh
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