Frant Tandara, un ex aguzzino delle carceri rumene, a oltre dieci anni dalla caduta del regime di Ceausescu è pronto a confessare i suoi crimini a una giornalista e a un ex prigioniero politico, che accoglie con un mazzo di fiori. Tra problemi tecnici e reticenza dell'interrogato, che parla o troppo velocemente o troppo lentamente, l'intervista stenta a ingranare. A frenare l'insistenza dei giornalisti interviene la moglie di Tandara, che chiede si smetta di torturare suo marito!
Note
Pintilie, regista rumeno costretto prima al silenzio e poi all’esilio dal 1979 al 1991, sceglie di mettere in scena l'umanità del mostro per raccontare, non senza tocchi paradossali, la banalità del male.
Davvero impressionante il ritratto del vecchio mostro, come anche l'ambiente in cui vive e i suoi ricordi-sogni. Un film pazzesco, contro la follia del potere e dei suoi servi.
Una giornalista (Ana-loana Macaria) e un vecchio professore (Radu Beligan) sono in viaggio per recarsi a Giurgiu, da Frant Tandara, un ex aguzzino durante il periodo buio della dittatura di Nicolau Ceausescu. Il vecchio torturatore si è dato all’apicultura, vive insieme alla moglie (Coca Bloss), una donna un po’ strana che porta degli occhiali grotteschi e sembra muoversi solo… leggi tutto
Non mancano le trovate originali a livello di messinscena: con pochi movimenti di macchina e un pugno di inquadrature ben studiate, Pintilie riesce a racchiudere presente e ricordo. Notevole la componente grottesca, ai limiti del surrealismo, con l'intervista continuamente interrotta dal telefono e da altre interferenze. Significativa anche la componente sonora, con quell'ossessivo… leggi tutto
Una giornalista (Ana-loana Macaria) e un vecchio professore (Radu Beligan) sono in viaggio per recarsi a Giurgiu, da Frant Tandara, un ex aguzzino durante il periodo buio della dittatura di Nicolau Ceausescu. Il vecchio torturatore si è dato all’apicultura, vive insieme alla moglie (Coca Bloss), una donna un po’ strana che porta degli occhiali grotteschi e sembra muoversi solo…
come fare per affrontare i nostri fantasmi? ogni nazione ha i suoi scheletri nell'armadio. in romania dopo il processo popolare del suo dittatore, c'è stato il crollo e la faticosissima ripresa, se c'è. un aguzzino di regime vuole affrontare i propri fantasmi, accettando di farsi intervistare da una giornalista e da un anziano professore vittima della dittatura. l'intervista stenta…
Non mancano le trovate originali a livello di messinscena: con pochi movimenti di macchina e un pugno di inquadrature ben studiate, Pintilie riesce a racchiudere presente e ricordo. Notevole la componente grottesca, ai limiti del surrealismo, con l'intervista continuamente interrotta dal telefono e da altre interferenze. Significativa anche la componente sonora, con quell'ossessivo…
Un film che fa riflettere, non tanto sulle atrocità che hanno una loro morale evidente, ma sul comportamento della società che lo circonda compreso l'ambito familiare. Una riflessione ipocrita e falsata, che però non riesce a mettere a tacere la giustizia che l'aguzzino stesso invoca ed di cui ha bisogno. Moglie, figlio persone che lo circondano che contestano, ma…
L'intervista all'ex-torturatore del regime di Ceausescu non è una semplice cronistoria personale degli eventi, né una piena confessione degli atti commessi. E', invece, più realisticamente, una fotografia sullo stato attuale della sua verità, all'interno del complesso sistema di rapporti tra la sua coscienza, i sentimenti delle persone che gli sono accanto e il…
Un aguzzino che racconta le sue verità.Un ex prigioniero politico e una giornalista riescono ad ottenere un intervista da un ex poliziotto delle carceri rumene durante la dittatura di Ceausescu.Un intervista caratterizzata dal paradosso della moglie che cerca di proteggere il marito dai presunti torturatori che secondo lei si nascondono sotto le spoglie dell'ex priogioniero politico e…
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Davvero impressionante il ritratto del vecchio mostro, come anche l'ambiente in cui vive e i suoi ricordi-sogni. Un film pazzesco, contro la follia del potere e dei suoi servi.
commento di fornarolo