Regia di Banjong Pisanthanakun, Parkpoom Wongpoom vedi scheda film
Buon horror. Non originale, ma ben fatto
Mentre il giovane Tun e la sua fidanzata Jane, dopo una piacevole serata, stanno facendo ritorno a Bangkok a bordo di un auto guidata da Jane, in preda ai fumi dell’alcol, investono una ragazza. Presi dal panico, i due scappano lasciando il corpo della donna sull'asfalto. Dopo l’incidente, che non ha avuto conseguenze giudiziarie, proseguono le loro vite. Poco tempo dopo, ad una festa per la consegna dei diplomi, Tun, che di mestiere fa il fotografo, scorge nelle foto da lui scattate un lampo di luce, mentre in altre vede una figura femminile dalle sembianze spettrali. I due cominciano ad essere perseguitati da fastidiose allucinazioni. Nel frattempo i loro cari amici, cominciano a morire uno dopo l’altro. Sembrerebbe che la responsabile di questi “suicidi assistiti” sia lei, la ragazza investita. Anzi, il fantasma della ragazza investita, che compare all’improvviso e scatena queste follie suicide, nei malcapitati. Tun e Jane indagano sull’identità della presenza e scoprono che si tratta di una ex fidanzata di Tun, Natre ragazza timida e tormentata innamoratasi follemente del giovane fotografo e poi scomparsa in circostanze misteriose, dopo essere stata abbandonata da Tun. Ma in realtà le cose sono andate diversamente e Tun non ha detto tutta la verità, Mentre costui scivola in un inferno di delirio,costellato da incubi ed apparizioni, Jane inizia un'indagine personale che la porterà a scoprire alcuni dettagli importanti, la verità verrà a galla un po’ alla volta, creando un bel climax, geniale e sconvolgente il colpo di scena finale. L’idea alla base di questo suggestivo horror è nata visionando alcune foto scattate durante la protesta studentesca del 14 ottobre del 1973, che a Bangkok venne repressa con violenza, causando un bagno di sangue: le immagini dell’evento mostravano infatti alcune distorsioni, inspiegabili agli occhi degli operatori. I due registi esordienti all’epoca, Banjong Pisanthanakun e Parkpoom Wongpoom, cogliendo questa suggestiva bizzarria, e sfruttando anche un’altra curiosità “paranormale”, cioè la cosiddetta “foto fantasmatica”, cioè quella foto che cattura elementi non presenti sulla scena o perlomeno non visibili ad occhio umano e che invece talvolta vengono registrati e rimbalzati dalle “Polaroid” di solito figure inquietanti che fanno felici gli appassionati dell’occulto, hanno dato vita a questa storia , all’interno di una sceneggiatura ligia alle regole del genere, confezionando con somma perizia, un film incalzante, teso, abbastanza spaventoso e ricco di colpi di scena, che strizza l’occhio a diverse opere cinematografiche, come, “Il sesto senso,” The Ring” “The eye,” “Ju-on” “ The Spiral “Shutter”, il termine indica l’otturatore della macchina fotografica, è un film decisamente inquietante, pur ricorrendo pochissimo ad effetti speciali, è comunque capace di consegnare un’atmosfera davvero angosciante, le scenografie e gli ambienti sono perfettamente funzionali alla storia, e si fondono felicemente con le scelte stilistiche, soprattutto quelle della fotografia, per trasmettere un senso di disperazione, che coinvolge e travolge lo spettatore. La regia, vivace, riesce a mantenere sempre alto il livello della tensione, sfruttando al meglio le scene. Tipico film di genere, che poggia la sua struttura narrativa su meccanismi consueti, ma che riesce ad evitare inutili banalità.”Shutter” Nonostante sia pregno di tutti gli archetipi della ghost story orientale, tipici del new horror giapponese, cavalca il filone con classe, pescando a piene mani nelle leggende metropolitane nipponiche. Il film pur essendo più leggero dei classici di Nakata e Kurosawa, è proprio da questi autori che trova probabili fonti di ispirazione, proponendoci un altro fantasma d’amore, Natre, sofferente e vendicativa, che entra a buon titolo, nel novero delle entità femminili spettrali asiatiche, insieme a Sadako, Hanako san, Tomie, Asami Yamazaki. Devoto ai migliori horror giapponesi, di ultima generazione, il film è in sostanza una tragedia sentimentale, condita di horror.
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