Regia di Espen Sandberg, Joachim Rønning vedi scheda film
Maria (Cruz) è figlia di un contadino espropriato e ucciso; Sara (Hayek), di un banchiere che si è incautamente messo in società con gli yankee ed è stato assassinato. Le due si incontrano mentre tentano contemporaneamente una rapina in banca, diventano socie e fanno vedere i sorci verdi ai cattivi banchieri nordamericani, unendosi a un detective imbranato che era sulle loro tracce (Zahn). Sul lontano modello del Viva Maria! di Malle (con l’accoppiata Bardot-Moreau), il produttore Luc Besson progetta un western con due personaggi troppo stereotipati per essere divertenti (la alto-borghese alle prese con le asprezze del west, e la donna del popolo), girato come uno spottone e affidato alle smorfie delle due protagoniste, insopportabili dal primo minuto all’ultimo (in particolare la spagnola) e private di ogni appeal: si veda l’imbarazzante scena della seduzione in guêpière, da far passare per sempre la voglia di guardare una donna anche all’eterosessuale più incallito. Tutto di plastica, accompagnato da musiche finto-Morricone e finto-mariachi, il film è non troppo noioso, in fondo innocuo e soprattutto dura poco. Particina per Sam Shepard, che ormai ha una faccia da telefilm di fascia pomeridiana.
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